BANKSTERS / L' ASSALTO FINALE AI RISPARMIATORI
E’ tutto truccato
. Il
sistema finanziario è marcio e rischiamo di essere sull’orlo di un suo nuovo
collasso. La conferma viene dalle rivelazione del Financial Times di martedì 11
ottobre. Il quotidiano inglese ha infatti rivelato che nel corso degli ultimi
stress test la Banca centrale europea (Bce) ha concesso a Deutsche Bank di
inserire nel suo bilancio 4 miliardi di dollari dovuti alla vendita della sua
partecipazione nella banca cinese Hua Xia. Si tratta di una transazione che a
tutt’oggi non è stata ancora conclusa. Il trattamento speciale concesso a
Deutsche Bank, che è esplicitato in una nota a piè di pagina degli stessi
stress test, non è stato accordato alle altre 49 banche, alcune delle quali
avevano concordati affari simili che però non erano stati completati entro la
fine del 2015. Questo trucco ha rassicurato investitori sempre più inquieti
sull’adeguatezza dei mezzi propri di Deutsche Bank. Insomma, a beneficio dei
puristi, è servito per fornire informazioni false e per distorcere l’andamento
sia delle azioni sia delle obbligazioni emesse dal principale istituto
germanico.
Questa notizia conferma
che il sistema è truccato e che la priorità numero uno delle banche centrali è
fare di tutto per tenere in piedi un sistema finanziario di nuovo a rischio di
collasso. E se nel 2008 è stata la Lehman Brothers ad innescare la crisi, oggi
il principale candidato a svolgere questo ruolo è la Deutsche Bank. L’istituto
è nell’occhio del ciclone e la sua credibilità è ai minimi soprattutto dopo la
minaccia degli Stati Uniti di appiopparli una multa di 14 miliardi di dollari a
causa del ruolo svolto nella crisi dei mutui subprime.
Questa sanzione è
motivata politicamente ed è una ritorsione contro la decisione di Bruxelles di
punire l’americana Apple per elusione fiscale e di costringerla a versare
proprio 14 miliardi ai Paesi europei. La multa di Washington, nettamente
superiore a quelle inflitte alle banche americane per reati analoghi, è anche
un avvertimento a Berlino a non proseguire nelle trattative con Mosca volte a
realizzare un secondo gasdotto sotto il Mar Baltico, che aggirerebbe Ucraina e
Polonia, e che segnerebbe un netto miglioramento dei rapporti tra i due Paesi,
che potrebbe preludere anche all’opposizione del Governo tedesco ad un rinnovo
delle sanzioni europee contro la Russia. Questi aspetti li abbiamo affrontati
nel blog della settimana scorsa, ora vogliamo concentrarci sul “pericolo”
Deutsche Bank e sui rischi che pone all’intero sistema (http://www.ticinonews.ch/tuor-blog/318694/berlino-e-washington-ai-ferri-corti
).
La crisi dell’istituto
tedesco non è dovuta, diversamente dalle banche italiane, al suo portafoglio
crediti e quindi alle sofferenze, ma alle sue attività speculative. Infatti
Deutsche Bank ha 985 miliardi di euro impegnati in operazioni sui mercati
finanziari. In particolare è uno dei principali attori internazionali sul
mercato dei derivati e di altri sofisticati strumenti finanziari. Questa somma deve
essere relativizzata: il rischio vero per la banca (se le controparti non
falliscono) è nettamente inferiore ed è stato calcolato che ammonti a 41
miliardi. Il grande problema di Deutsche Bank, oltre alla vertenza con gli
Stati Uniti, è costituito da 28,8 miliardi di euro, che sono iscritti a
bilancio sotto la pota “livello 3”. Sotto questa posta di bilancio vi sono
attivi illiquidi e che non hanno un prezzo di mercato. Si tratta dei titoli
tossici, diventati famosi durante l’ultima crisi finanziaria. Essi sono titoli
tossici, poiché lo stato di salute della controparte è precario, poiché la
scommessa della banca è contraria alla direzione dei mercati, ecc. In pratica,
si tratta di una bomba ad orologeria in un bilancio che dovrebbe essere coperta
da adeguati mezzi propri. Ed è questo il punto: la Deutsche Bank non ha questi
soldi e non è in grado di varare un aumento di capitale, poiché la sua
credibilità è ai minimi, come dimostra il fatto che sua capitalizzazione (circa
16 miliardi di euro) è inferiore di ben 35 miliardi rispetto alle attività
tangibili possedute dalla banca. Il Governo tedesco è letteralmente
terrorizzato e sta chiedendo alle grandi società tedesche di fare uno sforzo a
favore della nazione sottoscrivendo un forte aumento di capitale per evitare il
collasso di Deutsche Bank.
Ma torniamo alla
notizia iniziale: la situazione è talmente grave e pericolosa da aver spinto la
Bce a truccare il risultato dello stress test dell’istituto. Ma perché questa
paura? Il motivo principale è che in questi anni di tassi di interesse a zero e
spesso anche negativi e di continua stampa di moneta da parte delle banche
centrali si è creata un’enorme bolla speculativa. I soldi sono finiti in minima
parte nell’economia reale, come dimostrano sia un’economia stagnante sia la
continua diminuzione della crescita degli investimenti, la più parte di questi
soldi è finita in attività a forte rischio, da cui l’uscita è difficile e in
molti casi addirittura impossibile. Questo fenomeno ha indotto la Bank of
America ad evidenziare che paradossalmente un’inversione dell’andamento dei
mercati finanziari metterebbe paradossalmente in luce che questa enorme
liquidità non c’è, è sparita e si è trasformata in una “liquidità fantasma”.
Dunque, ed è questo il segnale che deve essere ricordato, la crisi di Deutsche
Bank è solo la punta dell’iceberg contro il quale il sistema finanziario sta
andando a cozzare e a collassare. Insomma, rischiamo di essere costretti a
scoprire quanto alto sarà il prezzo di non aver tagliato le unghie alla finanza
speculativa. E non a caso, alcuni economisti di regime già indicano la
possibile soluzione un vero e proprio esproprio dei risparmiatori attraverso
l’eliminazione delle banconote e tassi ancor più negativi di quelli odierni. In
pratica si sta studiando il modo per evitare che si possa sottrarre alla tassa
dei tassi negativi indispensabile per salvare un sistema finanziario di nuovo
sull’orlo del collasso. Si sta dunque preparando una vera tosatura dei risparmi
per pagare i danni di Wall Street e dei loro accoliti europei.
FONTE :
Nessun commento:
Posta un commento