COMUNISMO : IL "PARADISO" NORD-COREANO
La Corea è una penisola situata nell’estremo oriente, fra
Manciuria e Giappone, ed è divisa tra due Stati : Corea del Nord e Corea del
Sud.
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Anticamente erano presenti nella penisola tre regni (denominati dagli storici come “anteriori”) : Goguryeo, Baekje, e Shilla.
Anticamente erano presenti nella penisola tre regni (denominati dagli storici come “anteriori”) : Goguryeo, Baekje, e Shilla.
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Il regno di Goguryeo, ebbe vita dal 37 a. C. fino al
668
d. C., e si estendeva dal sud della Manciuria alla Corea del Nord
settentrionale e centrale
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Il regno di Baekje invece, esistette dal 198 a.C. fino al 660
d.C., e occupava il territorio sito nel sud ovest della Corea.
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Il regno denominato Shilla o Silla, nel periodo che
va dal 57 a.C. al 935
d. C, era situato nel sud della
penisola, e nel 668 si alleò con la Cina per conquistare gli altri due regni, Baekje
nel 660
e Goguryeo nel 668
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Dopo queste conquiste il Regno di Silla (ribattezzato
dagli storici Silla unificata) occupò la maggior parte della penisola coreana,
poi dopo circa trecento anni si frammentò in tre ulteriori piccoli Stati,
denominati Tre Regni Posteriori :
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Silla, Hubaekje (originato da Baekje, posteriore), e Taebong, noto anche come Hugoguryeo
(derivato da Goguryeo, posteriore) e si sottomise alla dinastia dei Koryo
nel 935.
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Nel 936 il controllo dei Tre Regni passò nelle mani
di Wang Geon che proclamò il Regno di Goryeo, mettendo fine al periodo
dei Tre Regni posteriori.
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Nel 1897 nacque l’Impero coreano guidato dal re Gojong
fino al 1910, anno in cui il Paese fu conquistato dall’Impero giapponese.
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Al termine della seconda guerra mondiale, nel 1945 la
penisola coreana fu divisa in due zone :
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il territorio a nord del 38° parallelo, sotto l‘influenza
e l’occupazione sovietica, e il territorio a sud del 38° parallelo, sotto
l’influenza e l’occupazione americana.
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Nel 1948 nacquero la Repubblica democratica di Corea (Corea
del Nord) e la Repubblica di Corea (Corea del Sud) con governi
diversi e sistemi politici ostili l’uno all’altro :
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KIM IL-SUNG in una banconota da 100 wong |
La Corea del Nord divenne una dittatura comunista e
filocinese con capitale a Pyongyang, presieduto da KIM IL - SUNG, mentre la Corea
del Sud divenne una democrazia capitalista filostatunitense con capitale a
Seul, presieduta da Syngman Rhee.
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Nel 1950 la Corea del Nord impose la sua volontà di
estendere “per il bene del popolo” la propria zona di influenza e lo fece
invadendo militarmente i territori della Corea del Sud.
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La Corea del Nord si rivelò subito come lo Stato comunista
più chiuso del mondo, e fu per questo soprannominata il “regno eremita”.
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La guerra, che iniziò nel 1950 e proseguì fino al 1953, causò
ben 2.800.000 vittime, metà delle quali civili, e innescò una delle fasi più
acute e pericolose della cosiddetta “guerra fredda” , per il conseguente
rischio di conflitto nucleare.
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Gli Stati Uniti, insieme ad altri 17 Paesi, intervennero
militarmente su mandato dell’Onu per rovesciare il Governo nordcoreano e
liberare la Corea del Sud.
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Kim, il dittatore comunista nord coreano, aveva già
combattuto insieme ai guerriglieri comunisti cinesi per contrastare le truppe
di occupazione nipponiche in Manciuria, e aveva seguito dei corsi di
indottrinamento comunista politico e militare a Chabarovsk, in Unione
sovietica, tanto che negli anni trenta aveva assunto la carica di capitano
dell’Armata Rossa.
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Rientrò in Corea nel 1946, dove fu subito nominato dalle forze
sovietiche di occupazione “Capo del Comitato Popolare Provvisorio” in quanto il
Partito Comunista Coreano aveva sede a Seul, nel territorio di occupazione
americano.
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Successivamente divenne Primo Ministro della neonata
Repubblica Democratica Popolare di Corea (RDPC).
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Kim preparò la proditoria aggressione alla Corea del Sud
con molto anticipo, ammassando truppe al confine e facendo esercitazioni
nascoste per preparare le truppe all’invasione.
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La notte del 25 giugno 1950 circa 120.000 soldati nordcoreani
varcarono senza preavviso il confine con la Corea del Sud, e occuparono la
città di Seul.
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KIM JONG-IL |
Dopo tre anni di guerra e di perdite di vite umane il
conflitto ebbe termine, grazie anche al fatto che l’Unione sovietica, in
contrasto con Mao Tse Tung negò alla Corea del Nord gli aiuti militari
richiesti.
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La pace però non ha fermato i propositi dittatoriali della
Corea comunista, che continua ancora oggi a soggiogare il popolo sotto rigide imposizioni
di stampo maoista e staliniano.
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Imperversano nel Paese le “purghe” repressive, cui seguono
le condanne alla pena di morte, che raggiungono il numero di 90.000 vittime.
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Vengono organizzati innumerevoli prigioni e campi di
detenzione e di lavoro forzato per i criminali comuni, le zone di deportazione
per i nuclei familiari, e le zone di dittatura speciale per i detenuti
politici.
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I prigionieri subiscono torture di ogni tipo e soprusi, e
vengono obbligati a lavorare dalle cinque del mattino fino a mezzanotte,
continuamente sottoposti a brutalità e ferocia.
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Le nascite di bambini in regime di detenzione vengono
punite con la sgozzatura del neonato.
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La dinastia KIM
stringe la popolazione coreana nella ferrea morsa del terrore
comunista, iniziando con KIM IL-SUNG (1972/1994), e proseguendo con KIM
JONG-IL (1994/2011), per arrivare fino ad oggi con KIM JONG-UN,
compiendo e tramandandosi una serie continua di crimini contro
l’umanità, massacrando il loro stesso popolo, come confermato anche da racconti di sopravvissuti.
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Si narra di corpi spremuti per estrarne il grasso e della cremazione delle ossa rimaste, di urla inumane provenienti dalle celle di tortura, di capelli insanguinati incollati al muro, di strumenti di tortura applicati ai genitali degli sventurati prigionieri, di esecuzioni capitali e di uccisioni provocate apposta con estrema lentezza per prolungare l’agonia delle vittime.
Si narra di corpi spremuti per estrarne il grasso e della cremazione delle ossa rimaste, di urla inumane provenienti dalle celle di tortura, di capelli insanguinati incollati al muro, di strumenti di tortura applicati ai genitali degli sventurati prigionieri, di esecuzioni capitali e di uccisioni provocate apposta con estrema lentezza per prolungare l’agonia delle vittime.
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Anche le donne non sfuggono alla ferocia comunista, e si
racconta di seni lacerati a colpi di coltello, di parti genitali sfondate con
il manico di un badile, di nuche fracassate a martellate, di cani addestrati a
sbranare esseri umani, di cui non rimangono che le ossa spolpate.
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Anche le persone anziane vengono torturate e uccise, così
come i ragazzi, come nemici della rivoluzione comunista, in un parossismo di
furore sadico e perverso che disonora l’intera umanità.
Le vittime dei campi di concentramento nordcoreani
raggiungono la cifra di un milione e mezzo di unità, mentre fuori dai campi,
nella cosiddetta società civile, persiste una totale mancanza di ogni minima
libertà o diritti.
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Le politiche economiche fallimentari del regime comunista
affamano la popolazione e provocano un vero e proprio genocidio, con un numero
di vittime stimato intorno ai due milioni, mentre la Croce Rossa afferma che
ogni mese muoiono 10.000 bambini per fame e denutrizione.
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L’orrore di Stato che la Corea del Nord produce sulla
popolazione inerme e incolpevole è pari solo a quello nefasto e sadico dei
tristemente famosi khmer rossi cambogiani.
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E’ pari anche alla colpevole idiozia di quelle masse
studentesche manipolate dalla sinistra che in Italia, negli anni ‘68/’70,
sventolavano il “libretto rosso” di Mao, in un delirio di macabra
condiscendenza, durante i cortei e le manifestazioni di piazza organizzate dalla
sinistra.
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Costoro dovrebbero provare sulla loro pelle ciò che il
popolo coreano ha dovuto subire e sta ancora subendo a causa della dittatura
comunista.
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Personaggi come Cossutta, Bertinotti, Togliatti, Alboresi,
che appartengono o hanno fatto parte dell’universo comunista dovrebbero portare
le loro stesse famiglie a vivere in quello che dovrebbe essere, secondo i loro
standard socio politici, un vero e proprio paradiso in terra.
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Potrebbero così provare l’ebbrezza della deportazione in
Laogai di stampo cinese, per iniziare la “rieducazione attraverso il lavoro” a
cui sono sottoposti almeno una volta nella vita tutti i coreani, oppure
scoprire un giorno che i propri familiari sono scomparsi, fagocitati da un
regime che non ti dirà nemmeno che fine abbiano fatto.
La falsità dei comunisti europei è ignobile, poiché
fingendo scaltramente di non sapere quali crimini compiono i loro confratelli coreani, ne
diventano complici a tutti gli effetti.
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E’ proibito anche l’acceso a Internet, allo scopo di
circoscrivere qualsiasi sussulto di dissenso, mentre la comunicazione con
l’estero tramite telefono cellulare è considerata una attività di spionaggio ed
è repressa con l’arresto e la detenzione.
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Centinaia di migliaia di persone vengono tenute in
segregazione e torturate senza che nei loro confronti venga formulata alcuna
accusa, se non quella generica di “colpa per associazione” che corrisponde al
fatto di essere parenti o amici di persone che sono invise al regime comunista.
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Non pago, il regime comunista nordcoreano ha inviato
forzatamente 50.000 coreani in altri Paesi come Libia, Mongolia, Nigeria, Qatar
e Russia, come mano d’opera schiavizzata,
sorvegliati e sfruttati, incamerando i loro salari e costringendoli a
turni lavorativi sfiancanti.
L'attuale dittatore nordcoreano Kim Jong-un, pur interpretando il
ruolo di comunista alla guida dei lavoratori, ha paradossalmente studiato alla
scuola inglese di Berna in Svizzera e si è laureato due volte, tentando di
dissimulare la sua vera natura, che ce lo dipinge invece come crudele e
spietato, amante del lusso sfrenato e della violenza gratuita, come dimostrano
le leggi imposte al suo stesso popolo.
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Il suo delirio di onnipotenza lo spinge alla ricerca di un
ruolo come leader di una potenza nucleare, per il quale si spinge ad
incrementare sempre di più le esercitazioni militari e la corsa all’armamento.
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Il terrore resta comunque la sua arma prediletta, con cui
esercita la tirannia sull’intero popolo nord coreano, nel modo in cui i
marxisti-leninisti sono maestri, con ferocia e disprezzo per la vita umana.
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Il comunismo dunque,
ancora una volta, è esempio di disprezzo per i più elementari diritti,
come la libertà e l'uguaglianza, e ripercorre sentieri di orrore sulla
pelle del popolo, già collaudati nei regimi di Stalin, di Mao, o di
Fidel Castro.
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Fino a quando l'Occidente continuerà a fare affari con le superpotenze comuniste, come ad esempio la Cina, anziché dare un chiaro segnale di condanna per le violazioni dei diritti umani in tali Paesi, le masse popolari planetarie saranno facile preda degli insaziabili appetiti dei gerarchi comunisti.
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Sta a noi combattere perché ciò non avvenga, opponendoci in tutti i modi al comunismo, boicottando i loro prodotti e le loro merci, rifiutando qualsiasi approccio amichevole, condannando apertamente il loro operato..
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Spero che la cupidigia dei miopi Governi occidentale non prevalga sugli ideali di libertà che dovrebbero contraddistinguere il nostro stereotipo di civiltà, e che si cessi immediatamente di commerciare con i Paesi comunisti, imponendo anzi loro una ferrea sequenza di sanzioni di ogni tipo.
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Non facendolo, ci renderemo, più di quanto oramai siamo, loro complici a tutti gli effetti.
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Dissenso
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Fino a quando l'Occidente continuerà a fare affari con le superpotenze comuniste, come ad esempio la Cina, anziché dare un chiaro segnale di condanna per le violazioni dei diritti umani in tali Paesi, le masse popolari planetarie saranno facile preda degli insaziabili appetiti dei gerarchi comunisti.
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Articoli de "l'Unità" che negli anni '70/'80 falsavano la realtà criminale della Corea del Nord |
Sta a noi combattere perché ciò non avvenga, opponendoci in tutti i modi al comunismo, boicottando i loro prodotti e le loro merci, rifiutando qualsiasi approccio amichevole, condannando apertamente il loro operato..
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Spero che la cupidigia dei miopi Governi occidentale non prevalga sugli ideali di libertà che dovrebbero contraddistinguere il nostro stereotipo di civiltà, e che si cessi immediatamente di commerciare con i Paesi comunisti, imponendo anzi loro una ferrea sequenza di sanzioni di ogni tipo.
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Non facendolo, ci renderemo, più di quanto oramai siamo, loro complici a tutti gli effetti.
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Dissenso
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