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La mafia israeliana controlla il traffico di ecstasy in Europa e negli USA
Il sistema mediatico (e il luogo comune da cui si abbevera e che a sua volta alimenta) ha sempre posto l’accento sul fenomeno malavitoso italo-statunitense riducendo la mafia ad una piaga sociale prevalentemente italiana con diversi collegamenti negli Usa. La realtà è ben diversa: il fenomeno della criminalità organizzata è ben più ampio e articolato e presenta una complessità spesso sconosciuta agli osservatori più superficiali. I media si sono ben guardati dall’analizzare la documentazione di Wikileaks intitolata Israele: la terra promessa del crimine organizzato?, definita dal giornale israeliano Jewish Chronicle come ‘’una pubblicazione sconvolgente’’. Domanda: il giornalismo ‘’liberale’’ israeliano, in passato, ha preso criticamente in esame quest’aspetto endemico dell’economia neoliberista dello Stato ‘’per soli ebrei’’?
Nel 2004 il giornale Haaretz, appartenente all’area liberale di sinistra, pubblicò un articolo intitolato “The Agony of the Ecstasy” dove – anche con un certo coraggio – si comunica al pubblico europeo e statunitense che il 75 % del traffico di ecstasy, negli Usa, è controllato dalla mafia israeliana. L’articolo è un esempio di ottimo giornalismo e ci arriva proprio da Israele. Leggiamolo: According to a report issued in 2003 by the U.S. State Department, Israel is at the center of international trafficking in Ecstasy and Israeli crime organizations, some of them linked to similar organizations from Russia, achieved a dominant status in the Ecstasy market in Europe, and went on to control the drug’s distribution in the States. “Israeli drug-trafficking organizations are the main source of distribution of the drug to groups in the U.S, using express mail services, commercial airlines, and recently also using air cargo services,” the report states. The authorities do not provide official data on the scope of the Israeli trade in Ecstasy, but the most commonly heard estimate is that Israeli criminals control no less than 75 percent of the Ecstasy market in the U.S. 1
Si tratta di un giro malavitoso denominato Las Vegas connection in cui: “A lot of the Ecstasy we see in Las Vegas comes from Israeli dealers.” Le stesse autorità statunitensi – quasi sempre supine al volere del potente alleato sionista – hanno esternato la loro preoccupazione. A parlare, nel lontano 2009, è James Cunningham con un documento eloquentemente intitolato Israele, una terra promessa per la criminalità organizzata? (Julian Assange gli ha copiato il titolo) dove leggiamo che la criminalità organizzata in Israele: ‘’ha radici di lunga data in Israele, ma negli ultimi anni si è notevolmente potenziata’’ 2.
La forza della mafia sionista si evince da queste parole di Cunningham: ‘’Molti criminali sono ‘in possesso di passaporti stranieri, possono circolare liberamente nei paesi europei, molti usufruiscono dell’esenzione del visto per gli Stati Uniti. I tentativi dell’ambasciata per impedire ai criminali di raggiungere gli Usa non sono sempre riusciti . Cinque o sei clan dominano in Israele: Abergil, Abutbul, Alperon, e Rosenstein. Arresti e omicidi hanno creato un vuoto di potere al vertice. Nuovi clan come Mulner, Shirazi, Cohen e Domrani si sono mossi rapidamente per colmare il divario. Ci sono anche clan rivali nel settore arabo.
“L’ambasciatore americano ha ammesso che “non è del tutto chiaro in quale misura questi elementi siano penetrati nell’ establishment israeliano e hanno corrotto funzionari pubblici”’’. Un sistema capitalista come quello israeliano può facilmente trasformare la burocrazia statale in una immensa ‘’macchina del malaffare’’: la mafia israeliana – a poco, a poco – è diventata tutt’uno con gli apparati del Mossad, a loro volta ben incastonati nelle intelligence dei paesi europei. Forse è questo il motivo per cui le forze di polizia ‘’non catturano mai’’ i boss mafiosi israeliani? Israele è uno dei paesi con la classe politica più corrotta del mondo: vi ricordate dell’ex ministro Gonen Segev che tentò di contrabbandare migliaia di pillole di ecstasy in Israele? E che dire dell’elezione di Inbal Gavrieli, figlia di un boss, alla Knesset, nel 2003? Per l’ex ambasciatore:“Dato il volume di viaggi e gli scambi tra gli Stati Uniti e Israele, non è sorprendente che tali organizzazioni criminali si siano diffuse in America”.
Un giro d’affari sporco di fango e di sangue, forse peggiore di quello made in Italy gestito un tempo da Totò Riina e associati. E’ il caso che gli apologeti dell’occidentalismo ne prendano atto, smettendola – una volta per tutte – di propinarci un indigesto legalitarismo di facciata. Perché Roberto Saviano, noto per le sue posizioni politiche russofobe, non scrive un articolo sui traffici di droga made in Tel Aviv? Domanda: quella di Saviano è malafede o semplice ignoranza ?
Quanti, fra i lettori di quest’articolo, hanno mai sentito parlare di Mayer Lansky? La fonte della criminalità organizzata negli Usa fu, durante la seconda metà del secolo scorso, la Murder Incorporated (Omicidio incorporato) di chiara origine israeliana: Lansky – criminale di fama internazionale – ne è stato il creatore. Nessun giornalista europeo scrisse, negli anni passati, che Lansky e i suoi soci malavitosi versarono somme nelle obbligazioni israeliane e nelle sue società filantropiche, solo il quotidiano Haaretz notò che ‘’il governo sembrava aver paura di perdere milioni di denaro sporco, prima riciclato dalle istituzioni mafiose e poi incanalato negli affari e nell’industria d’Israele’’.
Il giornalista Hank Messick, con un libro praticamente sconosciuto intitolato Lansky, ci ha spiegato che: ‘’senza dubbio i gangster israeliani hanno supportato da tempo e in maniera aperta le cause sioniste dello Stato d’Israele. Nella notte in cui l’ex partner di Lansky, Bugsy Siegel, venne giustiziato, il Flamingo (Hotel e Casinò di Las Vegas) venne affidato a Moe Sedway. Quando gli fu chiesto come mai si trovava a Las Vegas, lui rispose che era lì per organizzare una raccolta fondi della United Jewish Appeal (Associazione Filantropica Ebraica)’’
3. Il sottotitolo del libro accennava alla presenza di una mafia sionista globale. Nulla di cui stupirsi: tutte le mafie, a partire da Cosa Nostra, sono ‘’internazionali’’ – ma l’editore ha rimosso il riferimento. Qual sarebbe il problema? Tutti noi sappiamo che la camorra campana è una multinazionale che opera su scala planetaria favorita dalle dinamiche del capitalismo neoliberista. Perché la stessa cosa non si può dire della mafia israeliana (e delle sue relazioni con le altre mafie, compresa quella russa), peraltro più potente e più feroce della camorra? Qualcuno ha paura di cadere sotto i colpi della potentissima lobby sionista?
La giornalista italiana Donatella Poretti, nel lontano 2002, trattò l’argomento con un articolo, molto breve ma altrettanto chiaro ed inoppugnabile. Grazie a lei sappiamo che:
‘’Le autorita’ statunitensi segnalano che e’ la mafia israeliana il maggior gruppo che controlla il traffico di ecstasy, anche se altre organizzazioni di trafficanti colombiani e domenicani stanno cercando di penetrare il mercato’’
‘’Un’indagine congiunta della Dea e dei Servizi Doganali realizzata nel 1999, aveva rilevato che organizzazioni criminali originarie di Israele utilizzavano giovani ebrei ortodossi per introdurre la droga nel Paese, ritenendo che i loro abiti religiosi e la loro fama di estremo rigore li rendessero meno sospetti nel momento in cui oltrepassavano la dogana’’
‘’ Un esperto della polizia israeliana, Yifat Steinberg, conferma che gli israeliani sono stati i primi ad intuire il potenziale di questo mercato. “Si sono posizionati in un mercato vuoto. Sono stati i primi a capire l’enorme potenziale di guadagno sull’ecstasy”, precisa Steinberg’’ 4
Domanda: la Poretti dice che come ‘’piede di porco’’ vengono utilizzati ‘’giovani ebrei ortodossi’’. La mafia siciliana ha usato, per decenni, la religione come un ‘’manganello’’ a disposizione dei capi famiglia. I criminali israeliani ricorrono, anch’essi, ad un utilizzo strumentale del fenomeno religioso quanto meno per garantire l’intoccabilità dei padrini?
L’anno scorso in un analogo articolo riportavo le parole dell’ebreo antisionista, Gilad Atzomon che diceva: ”Il regime sionista gestisce una delle “più sporche ed immorali economie del mondo”’ 5. Certo, questa considerazione non riguarda soltanto Israele però, difficile dargli torto.
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