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Città Nuove/Ugl, coppia di fatto
di Giannino Stoppani
Il
nostro articolo del 22 aprile scorso sul pasticciaccio“Giovanni Centrella”,
il segretario generale Ugl incriminato dai magistrati Pesci e Rossi per
associazione a delinquere e appropriazione indebita aggravata (sottrazione
di oltre 500 mila euro dai conti della confederazione), ha destato non poco
interesse tra chi segue da lungo tempo le nostre inchieste sulla ex Cisnal.
Un nostro affezionatissimo lettore, nonché profondo conoscitore delle
vicende interne ugielline, non solo ci ha confermato quanto da noi
denunciato riguardo alla vicenda Cnel (l’organigramma delle strutture di
federazione Ugl pubblicato sul sito del Cnel conteneva nominativi di
sindacalisti deceduti da tempo o dimissionari dallo stesso sindacato con
tanto di lettera Urbi et Orbi contro la segreteria generale), ma ci
ha anche informato che, all’indomani della pubblicazione del nostro pezzo
sul quotidiano Rinascita e sul periodico del socialismo nazionale
Italia Sociale, puff!, come d’incanto, sparivano, dal sito del
caravanserraglio pubblico, tutte le “forze sociali rappresentate al Cnel”.
La solerte manina che ha operato tale magia, cassando in blocco tutte le
OO.SS. e le rappresentanze di categoria - una scelta obbligata, riteniamo,
per tentare di arginare, dopo la nostra denuncia, il palese livello
d’inutilità di questo cimitero degli elefanti da 20 milioni di euro l’anno
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2012/06/14/news/cnel-quanto-spende-la-casta-1.44157)
- non ha però pensato che nel mondo informatico certe operazioni lasciano
comunque delle tracce, come la bava delle lumache. E così,nominativi alla
mano, abbiamo ritrovato nell’etere gli scomparsi [taluni purtroppo, come
abbiamo detto, anche di fatto] rappresentanti sindacali Ugl presso il Cnel,
di cui avevamo, tra l’altro, con lungimiranza, stampato il profilo dallo
stesso sito anche prima dell’operazione pulizia. Per motivi di opportunità e
di rispetto della privacy ne riportiamo solo le iniziali: F. D. per
la federazione metalmeccanici; R. B. per la federazione coltivatori;
V. G. per la federazione autoferrotranvieri; M. B. per la
federazione ausiliari del traffico; G. A. per la federazione
nazionale scuola; G. M. per gli enti pubblici; R. P. per la
federazione trasporto aereo.
“Dal Cnel all’Ugl e
da questa a Città Nuove l’avventura continua…” tiene a puntualizzare il
nostro interlocutore.
Già, Città Nuove, la
nota fondazione politica facente capo a Renata Polverini. Era il 13 gennaio
2012 quando, nella magnifica cornice del Tempio di Adriano a Roma, l’ex
femme prodige di Via Margutta e tuttora zarina di Botteghe Oscure,
presentava alla platea degli intervenuti, in massima parte politici
navigati, la sua allegra macchina da guerra per la conquista delle poltrone
messe in palio nei ludi cartacei. Una macchina ben oleata grazie anche a un
lubrificante ad alta viscosità denominato “rimborsi elettorali”, vale a dire
il finanziamento alla partitocrazia uscito malamente dalla porta, a seguito
della bocciatura popolare nel noto referendum, e rientrato trionfalmente
dalla finestra sotto forma appunto di “indennizzo”. La fondazione prese
possesso di ben due uffici, 2° e 3° piano, nel bel palazzo del civico 184 di
Via del Corso. Qualcosa però, da lì a qualche mese, ne avrebbe inceppato i
meccanismi.
“Cominciava a
scarseggiare l’olio”, aggiunge il nostro attento estimatore. Tradotto in
parole povere il taglio ai rimborsi elettorali avrebbe costituito per le
casse della fondazione un bel buco pari a un paio di milioni di euro
All’ordine di
smobilitazione degli uffici del Corso, ormai un costo divenuto pressoché
proibitivo, seguirà il trasferimento, armi e bagagli, degli apparatčik
polveriniani nel refugium peccatorum di Botteghe Oscure.
Narrano testimoni
oculari della vicenda che un super agitato Centrella ordina, in men che non
si dica, la smobilitazione e lo sgombero immediato di alcuni uffici del
sindacato, tra cui il Caf, per far posto alla nuova sede della fondazione
Città Nuove. A nulla valgono le argomentazioni di alcuni addetti intenti a
terminare un delicato lavoro di rendicontazione. Il Segretario va su tutte
le furie e non vuole sentire ragioni. “Fuori tutti”, sembra essere la parola
d’ordine. Non c’è tempo da perdere. Si predispone così l’immediato
imballaggio delle suppellettili e il loro trasloco in altri lidi. Bisogna
fare in fretta per lasciare il campo agli operai che procederanno alla
ristrutturazione degli ambienti che dovranno accogliere la novella
inquilina. Seguirà la fornitura di nuovo arredamento con tanto di tv al
plasma.
Curioso. I guai
economici sembrano accomunare entrambe le strutture controllate dall’on.
Polverini: da un lato, appunto, Città Nuove, dall’altro l’Ugl, la cui
“procuratela” pare ancora restare saldamente nelle mani del Centrella,
nonostante l’imbarazzante inchiesta della magistratura che lo coinvolge.
Come la prima, anche la seconda lamenta buchi al bilancio (già qualche tempo
addietro il fallito acquisto di un palazzetto in via Guattani, che doveva
essere adibito a nuova sede Ugl, con relativa uscita di un milioncino di
Euro dalle casse dell’Enas, a quanto pare senza ritorno, aveva creato
qualche “problema” di bilancio). Ciò imporrà alla confederazione sindacale
l’ineluttabile soluzione dell’abbandono della prestigiosa sede di Via
Margutta. Destinazione finale? Diamine, Botteghe Oscure no!
Città Nuove e Ugl si
trovano accomunati in una sorta di convivenza, divenendo così una vera e
propria coppia di fatto. Tale unione sarà vieppiù consolidata dal “prestito”
di personale dipendente del sindacato alla fondazione della Polverini, al
cui interno molti dei personaggi con ruoli chiave (soprattutto parenti
stretti: figli, fratelli, cognati, mogli) fanno capo al clan avellinese,
capitanato da Centrella senior, e ai fedeli cortigiani della rappresentante
dei forzuti italioti.
In molti casi sembra
essere di routine il doppio incarico “fondazione-sindacato” e i trascorsi
politici di taluni esponenti nella giunta Polverini alla Regione Lazio (come
il caso di Claudio Durigon, già capo di gabinetto dell’assessore Zezza)
paiono costituire titolo di preferenza per l’assegnazione d’incarichi
politici e sindacali. Nel recentissimo Consiglio nazionale Ugl svoltosi a
Pomezia, sotto l’occhio vigile dell’on. Polverini anche lei presente alla
kermesse, il Durigon, già coordinatore provinciale di Città Nuove, ottiene,
si dice su input della succitata, la nomina di Segretario Confederale Ugl
con delega alla Formazione e Enti bilaterali. E chi non ricorda la tenera
coppia Ronghi-Peluso al tempo delle loro “preziose collaborazioni” alla
regione Lazio? Il “ricongiungimento” affettivo costò al contribuente 122
mila euro l’anno. Emolumenti percepiti dalla compagna del fortunatissimo
Salvatore, la sig.ra Gabriella Peluso per l’appunto, che dall’ufficio stampa
della regione Campania fu catapultata nel bengodi regionale laziale, grazie
ad una carica “su misura” appositamente confezionata per lei. Senza contare,
naturalmente, i 189 mila euro annui guadagnati (si fa per dire) dal ras
campano, fondatore del movimento Grande Sud e potente esponente della triade
ugiellina, in qualità di segretario generale della regione Lazio
Attualmente il sig.
Ronghi occupa la carica di Presidente Enof (l’ente dell’Ugl per
l’Orientamento e la formazione professionale), mentre la sua gentile metà,
la sig.ra Peluso, è capo dipartimento del settore legislativo dell’Ugl.
Contemporaneamente Stefano Cetica, inseparabile ombra della Polverini (ubi
tu Gaia ego Gaius), è stato nominato presidente dell’Enas, l’ente di
assistenza sociale dell’Ugl.
Insomma tra la
fondazione politica della Polverini e l’ex Cisnal l’osmosi ormonale sembra
raggiungere picchi estremi. Non c’è carica di rilievo o posto di riguardo
nel sindacato che non faccia capo ad un responsabile di Città Nuove,
compreso lo staff che si occupa del nuovo sito
www.mondougl.it. Nato per offrire agli iscritti al sindacato servizi e
convenzioni varie, molti dei suoi quadri risultano infatti essere esponenti
di Città Nuove di Avellino.
L’intreccio Città Nuove/Ugl
arriva a sfiorare la soglia dell’impudenza, quando con la nota “in
attuazione degli accordi di collaborazione raggiunti con la confederazione
(…)” gli addetti della fondazione trasmettono quotidianamente alle strutture
Ugl una rassegna stampa imbottita di articoli selezionati di Forza Italia.
“Quali sono i
rapporti economici all’interno della coppia?” chiediamo alfine al nostro
interlocutore, al quale si sono aggiunti nel frattempo alcuni dipendenti
Enas/Ugl. “È qui che casca l’asino” rispondono in coro.
“Auspichiamo che sia
ora la magistratura, che sta indagando sui fondi sottratti all’Ugl, ad
approfondire la questione. Un’inchiesta seria deve essere condotta a 360
gradi, senza trascurare alcun dettaglio. Se ci saranno responsabilità penali
per eventuali finanziamenti illeciti alla politica, attraverso questo strano
ménage tra una fondazione politica e un sindacato, nel cui bilancio – è bene
rammentarlo - transitano soldi pubblici rivenienti dall’attività sociale
espletata dagli enti preposti a tale compito (Enas, Caf), non v’è dubbio che
salteranno fuori. Con buona pace delle tante dichiarazioni sull’indipendenza
dell’Ugl dalla politica e di coloro che continuano a spacciarsi per
difensori dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, dei disoccupati.
Tra il dire e il fare si frappongono, purtroppo, enormi e inconfessabili
interessi personali dei tanti, troppi parolai in servizio permanente
effettivo”.
21/05/2014
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