Europee 2014: il perché di certe “rivelazioni” in campagna
elettorale
di Enrico Galoppini
di Enrico Galoppini
C’è
stato un “complotto” contro Berlusconi? E se c’è stato, che senso ha tirare
fuori la cosa proprio adesso? Non poteva, il diretto interessato, chiarire a
suo tempo come stavano le cose?
D’altra parte erano abbastanza chiare quando, nel breve volgere di tempo, dopo che la magistratura aveva cominciato a bombardarlo ed alcuni suoi alleati avevano tentato di far cadere la maggioranza, avvenne praticamente di tutto e di più: “donnine” che spuntavano da tutte le parti, “lettera” della BCE a mo’ di campana a morto, “spread” in vertiginoso aumento (e relativo bau bau mediatico), speculazione borsistica sui titoli delle sue società, attacco proditorio alla Libia ed eliminazione violenta di Gheddafi con tanto di ‘santino’ insanguinato recapitato ad Arcore.
Quindi, lo si chiami come si vuole, è indiscutibile che c’è stata una manovra concertata, da dentro e da fuori, per eliminare dalla scena l’ormai ex Cavaliere.
Per quale motivo? Perché è “mafioso” e “pidduista”? Perché è un “ladro”? Perché va a donne?
Niente di tutto questo, anche se so benissimo che non è possibile convincere del contrario un antiberlusconiano incallito.
Eppure, proprio perché nei passaggi cruciali non ha mai protestato come avrebbe potuto, né ha dato di fatto battaglia, c’è qualcosa che non convince in queste recenti denunce riguardanti i ben “quattro colpi di stato” subiti dal capo del Centro-destra e, di rimbalzo, dall’Italia.
Non convince, per prima cosa, la concomitanza con le imminenti elezioni europee.
Anche appena prima d’imporci Renzi saltò fuori, guarda caso, il libro di Friedman (vicino al Centro-sinistra: ha condotto dei programmi su Rai Tre) sulle “rivelazioni” riguardanti un “complotto” che avrebbe visto al centro nientemeno che Napolitano.
Il Giornale e Libero ovviamente gongolavano, e me lo ricordo bene quel giorno perché mi trovavo in treno e c’era uno davanti a me che leggendo Il Giornale sprizzava gioia da tutti i pori. S’illudeva che finalmente sarebbe arrivata “l’ora” anche per “Re Giorgio” (oltretutto considerato ancora come “comunista”, se mai lo è stato…).
La manfrina servì invece a togliere di mezzo in fretta e furia il giovane Letta, il quale dette a vedere di esserci rimasto male, anche se, a quanto pare, gli han promesso una poltrona nella Nato.
Come si vede, un gioco di uomini dal “potere” sempre a rischio di essere revocato, che alla bisogna vengono ripescati per determinati scopi e funzioni. È questa la democrazia rappresentativa.
Al di là di tutto questo balletto inconcludente, a un livello superiore, esiste infatti chi comanda per davvero ed ha una priorità in vista delle elezioni: mantenere un certo “equilibrio” tra le proposte politiche offerte e perciò “rispettabili”, in maniera che nessuno faccia veramente “cappotto”. Sennò finisce che un giorno può mettersi in testa di poter governare davvero senza rendere conto a nessuno e senza il ricatto della cosiddetta “opposizione”. Un po’ come fa Orban in Ungheria, insomma, che difatti attira tutti gli strali possibili ed immaginabili della “stampa libera”.
Tanto, con una legge elettorale sempre studiata col misurino, in un Paese senza più un barlume di sovranità sanno bene come ripartirsi le poltrone e chi far “vincere”, ma a livello di consensi è importante che né l’uno né l’altro coli a picco nelle preferenze. Anche perché sennò il gioco della democrazia parlamentare si svaluta, ed è bene tenere in caldo una “alternativa” per la famosa “alternanza” che serve ad allungare il brodo mentre tutto va come deve andare (la Cuccagna per la finanza speculativa).
Ovvio che queste “rivelazioni” di Geithner serviranno quindi a rinserrare un po’ i ranghi dell’elettorato di Forza Italia, che oltre al consueto odio verso “i rossi” questa volta ha il dente avvelenato anche contro i ‘cugini’ di Alfano.
Ma è o no una montatura generale, quella in cui viviamo, che coinvolge anche il “caso Dell’Utri”, il quale, guarda caso, come preconizzato da qualcuno ben informato, non subisce alcuna estradizione? Non sono forse una montatura anche i “servizi sociali” a Berlusconi, le cui foto, in esclusiva, le ha la rivista Chi, di proprietà della... Mondadori?
Intendiamoci: nel primo caso, è palese l’assurdità del “concorso esterno in associazione mafiosa”, mentre nel secondo è implicita l’umiliazione per un uomo che sognava di entrare nella storia. Ma come spesso accade in politica, tutto è ambivalente…
Il briciolo di ‘verità’ che, in frangenti ambigui come questi, risiede in una posizione ancora e malgrado tutto pro-Berlusconi sta in questo: che attorno a lui s’era evidentemente compattata una parte significativa del cosiddetto “partito nazionale” (cioè, quelli che “non ci stanno” a vedere l’Italia ridotta alla Repubblica delle Banane).
Ma il manico non è quello giusto, quindi questi “nazionalisti” hanno riposto la loro fiducia nel personaggio sbagliato, col risultato che anche loro hanno perso vent’anni dietro a un equivoco.
In poche parole, il sospetto più che fondato è che siccome c’è sempre – anche nelle situazioni più disperate come la nostra - chi non si vuol calare le braghe, hanno incoraggiato l’ascesa di questo personaggio dalle non comuni doti d’istrione ed organizzative, il quale, una volta straricco, ha potuto permettersi una “autonomia” impensabile per qualsiasi altro politico di mestiere.
Ma nei momenti cruciali, quando gli sono arrivati i fendenti più tremendi, Berlusconi s’è sempre calato le braghe, e non mi riferisco solo ai summenzionati attacco alla Libia e alla farsa dello “spread”, che già bastano e avanzano.
Penso a Monti, e a chi l’ha messo a fare il “commissario europeo”.
Penso alle tonnellate di spazzatura psichica che ha riversato nelle coscienze degli italiani con le sue televisioni.
Penso anche ai personaggi di cui s’è circondato da quand’è “sceso in campo”: possibile che tutti si rivelino poi “inadeguati” e/o “traditori”? No, perché altrimenti sarebbe come dire che Berlusconi è scemo, il che non è vero.
Ma scemi sono invece parecchi elettori, condizionabili da queste “rivelazioni” ad orologeria, le quali, come al solito, dopo un paio di giorni di can can scivoleranno via come l’acqua, seguite da altri “colpi di scena” che stavolta solleveranno l’indice di gradimento del Pd (per esempio, il ritorno dei marò?).
Allora si capisce meglio anche un’altra di queste recenti “rivelazioni”, tra l’altro vecchia, riguardante Grillo ed un suo incontro svoltosi alcuni anni fa con l’ambasciatore americano: screditarlo di fronte al suo elettorato, che assieme ad un inaccettabile “moralismo” e “giacobinismo”, mostra diversi mal di pancia verso la soffocante presenza in Italia dell’“alleato”, oramai chiara, nelle sue nefaste conseguenze, a quegli italiani che ancora non sono giunti alla fatidica età della pensione.
Andiamo perciò lontani dal vero se pensiamo che hanno una gran paura che Grillo stravinca le elezioni?
Fonte Arianna Ed.
19/05/2014
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