sabato 31 maggio 2014

Do ut des -- di Marco Cedolin




Do ut des

di Marco Cedolin

Nella giornata della valanga euroscettica, mentre in Francia dilaga il FN di Marine Le Pen, in Gran Bretagna spopola l'Ukip di Nigel Farage, in Danimarca diventa primo partito il DPP ed in Austria il Fpoe raddoppia i propri consensi attestandosi oltre il 20%, in Italia l'ebetino Matteo Renzi, alla guida del PD, stravince la sfida con Beppe Grillo e raccoglie più del 40% dei consensi, smentendo qualsiasi previsione della vigilia. Tutto ciò nonostante il Matteo fiorentino rappresenti un partito in tutto e per tutto prono di fronte all'Europa dei banchieri, di cui rappresenta di fatto la quinta colonna all'interno del nostro disgraziato paese e nonostante l'Italia, insieme a Grecia, Portogallo e Spagna, sia fra le nazioni maggiormente devastate dall'euro e dalle politiche di austerity della UE.....

Tenuto conto del fatto che fra i due partiti euroscettici presenti in Italia, la Lega Nord ha ottenuto un buon risultato, superando il 6% nonostante solo qualche mese fa fosse stata data per morta da un po' tutti gli esperti, mentre Fratelli d'Italia non sembra essere riuscita a raggiungere la soglia di sbarramento del 4%. Mentre Forza Italia di Silvio Berlusconi a furia di restringersi non va oltre il 16% ed i residuali del Popolo della libertà, capitanati da Alfano e Casini, così come la sinistra radicale liofilizzata dietro la bandiera di Tsipras, stanno ancora reggendosi con le unghie e con i denti alla soglia di sbarramento, viene spontaneo domandarsi dove finiscano i meriti del Mr Bean de noantri e dove inizino i demeriti del duo Grillo/Casaleggio che si ritrova intorno al 20%, distanziato di altrettanti punti percentuali dal quel PD che prometteva di "mandare a casa" una volta per tutte.

Senza dubbio Matteo da Firenze ha saputo toccare le corde giuste, dando ad una parte degli italiani, sostanzialmente al blocco di coloro che lavorano ed hanno un posto fisso, circa 80 ragioni per votare il suo partito, mentre al tempo stesso è stato bravo (cosa che il suo predecessore legacoop Bersani non sarebbe riuscito a fare) nel carpire voti al partito di un Cavaliere ormai profondamente imbolsito ed in totale confusione. Così come l'intero PD, non solamente l'ebetino toscano, è stato abile nel recuperare tutta quella ragnatela di rapporti con il mondo finanziario ed industriale, che lo scorso anno erano andati un poco in crisi alla vigilia delle elezioni che segnarono l'exploit di Grillo.

Ma tutto ciò non basta per spiegare una vittoria di queste proporzioni, dal momento che se il Movimento 5stelle fosse stato in grado d'intercettare il malcontento degli italiani che non hanno un posto fisso o che lavorano con la partita iva, unitamente all'onda euroscettica e alla disperazione di tutti coloro che non sanno più dove sbattere la testa, sicuramente non sarebbe stato distanziato di 20 punti percentuali dal PD.

Grillo ed il suo movimento, peccando di scarsa umiltà ed altrettanto scarsa lungimiranza, hanno invece finito per intercettare ben poco, dal momento che si sono mostrati pavidi, incapaci di schierarsi contro l'euro e l'Europa dei banchieri, incapaci di esprimere un programma chiaro a livello europeo, spesso fumosi ed inconcludenti, quando invece sarebbe stato necessario essere schietti e risoluti.

Una cospicua parte degli italiani che avrebbero potuto votare un Movimento 5stelle propenso a spendersi per l'uscita dell'Italia dall'euro e dalla UE hanno così votato altri partiti o si sono rifugiati nell'astensionismo, mentre i grillini continuavano a raccontarsi che avrebbero stravinto, senza rendersi conto che stavano segando l'albero sul quale erano abbarbicati.

L'alba del giorno dopo racconta di un'Italia ebetina, ebbra dei suoi 80 euro e dimentica del fatto che a fronte di questa elemosina dovrà restituirne molti, ma molti di più e peseranno sulle spalle di tutti, non solamente di coloro che lavorano ed hanno un posto fisso, sempre che anche in futuro le schiere composte da chi lavora ed ha un posto fisso riescano a sopravvivere alle riforme ordite da Matteo da Firenze e dalle banche per cui egli si prodiga.



                                                                                                                                  

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